Metanolo e idrogeno “circolari”: il progetto italiano che trasforma i rifiuti in carburante sostenibile

Dove prima c’erano scarti, ora si produce futuro. A Sannazzaro, un progetto trasforma rifiuti in carburanti puliti, dando nuova linfa a un’intera industria.

Met Development (MAIRE), Eni e Iren hanno avviato l’iter autorizzativo per realizzare il primo impianto in Italia dedicato alla produzione di metanolo e idrogeno circolari. Il progetto sorgerà a Sannazzaro de’ Burgondi, in provincia di Pavia, e rappresenta una svolta concreta verso l’economia circolare.

Da rifiuto a gas ecologico
Metanolo e idrogeno “circolari”: il progetto italiano che trasforma i rifiuti in carburante sostenibile – pavia7.it

Alla base dell’impianto c’è la tecnologia proprietaria Nx Circular™ di NextChem, capace di convertire circa 200.000 tonnellate all’anno di rifiuti non riciclabili in gas di sintesi. Il syngas, composto principalmente da monossido di carbonio e idrogeno, sarà poi utilizzato per produrre fino a 110.000 tonnellate di metanolo e 1.500 tonnellate di idrogeno circolari ogni anno.

Il processo sfrutta la gassificazione, una tecnologia ad alta temperatura che permette di estrarre valore energetico anche da scarti altrimenti destinati all’incenerimento o alla discarica.

Il metanolo circolare rappresenta una soluzione per la decarbonizzazione del settore navale, sempre più alla ricerca di alternative green. L’idrogeno, invece, potrà essere impiegato sia nei processi di raffineria al posto dell’idrogeno di origine fossile, sia nel settore dei trasporti stradali e ferroviari, promuovendo una mobilità più pulita.

Oltre ai carburanti, l’impianto sarà in grado di recuperare 33.000 tonnellate annue di granulato inerte, destinato all’industria del cemento. Un ulteriore passo verso la chiusura del ciclo dei materiali.

Integrazione con il territorio e replicabilità del modello

Uno dei punti di forza dell’iniziativa è l’utilizzo delle infrastrutture esistenti nella raffineria Eni, che permette di contenere i costi e valorizzare le competenze tecniche locali. Le aziende coinvolte stanno ora completando la fase di ingegneria esecutiva in vista dell’avvio dei lavori.

Il modello di Sannazzaro non resterà isolato. In Toscana, a Empoli, è previsto un progetto simile targato MyRechemical (NextChem), con volumi potenzialmente superiori: 125.000 tonnellate di metanolo e 1.400 tonnellate di idrogeno annui da 256.000 tonnellate di rifiuti.

In Toscana il progetto sarà curato da MyRechemical
Il logo di MyRechemical – pavia7.it

Quello che fino a pochi anni fa sembrava un esercizio teorico da convegni internazionali, oggi prende forma concreta. Il concetto di rifiuto come risorsa smette di essere uno slogan per diventare un processo industriale codificato, integrabile nei cicli produttivi esistenti.

Progetti come questo offrono un’alternativa reale all’economia lineare, creando un ponte tra le esigenze ambientali e quelle energetiche. Non si tratta solo di ridurre l’impatto, ma di ripensare il valore stesso della materia, allungandone il ciclo di vita e proiettandola in un’economia dove nulla è davvero “di scarto”.

In un contesto in cui la transizione ecologica è una priorità globale, iniziative come questa rappresentano una risposta concreta. Offrono soluzioni per la gestione dei rifiuti, tagliano le emissioni di gas serra e creano nuove opportunità industriali e occupazionali.

L’impianto di Sannazzaro potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il settore energetico italiano: una stagione in cui innovazione e sostenibilità non sono più visioni astratte, ma progetti reali, radicati nei territori e proiettati nel futuro.

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