Ho versato contante sul mio conto corrente, ma non sapevo l’incubo al quale stavo andando incontro

Versare contanti sul proprio conto corrente potrebbe essere l’inizio di un vero e proprio incubo: ecco perché.

In un mondo sempre più digitalizzato, dove possiamo pagare direttamente con il nostro smartphone (al quale può essere aggiunta una carta di credito), sempre più cittadini chiedono a gran voce l’eliminazione del contante, anche se monete e banconote continuano ad essere ben presenti nelle nostre vite.

diverse banconote euro
Ho versato contante sul mio conto corrente, ma non sapevo l’incubo al quale stavo andando incontro – pavia7.it

Anche per sentirsi maggiormente “al sicuro” in caso di spese improvvise, ci sono molte persone che, quando viaggiano o passano delle giornate fuori casa, decido di prelevare del contante da tenere nel portafogli, così da poter sostenere anche con le banconote eventuali pagamenti.

Può anche essere normale, per pagamenti online (come acquisti su varie piattaforme di e-Commerce, prenotazioni di viaggi e via dicendo) versare dei contanti sul proprio conto corrente: ma perché, quest’operazione, può avere delle conseguenze importanti? La risposta è una, ed è facilmente comprensibile.

Contanti sul conto corrente e controlli fiscali: ecco cosa può succedere

Come segnalato da vari esperti di diritto in diversi articoli di approfondimento (come ad esempio il sito Brocardi), al versamento di contanti sul proprio conto corrente potrebbe seguire un controllo di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate. Questo perché, di fatto, si potrebbe non conoscere la provenienza di quel denaro.

pc e carta di credito
Contanti sul conto corrente e controlli fiscali: ecco cosa può succedere – pavia7.it

L’Agenzia delle Entrate può richiedere la giustificazione della provenienza delle somme come stabilito dall’art. 32 delle disp. accert. imp. redditi; qualora il cittadino in questione non sia quindi in grado di fornire una documentazione che attesti l’origine del denaro versato, l’Amministrazione finanziaria può presumere che questo costituisca parte di reddito non dichiarato.

L’imposizione fiscale su tali somme può essere evitata se viene dimostrata la non imponibilità del denaro, che sussiste quando si tratta di donazioni di valore modesto, risarcimento di un danno, vendite di bene usati o rimborsi. Oppure, in alternativa, quando le somme sono già state tassate una volta ricevute dal cittadino in questione. E’ bene ricordare comunque che il Fisco richiede prove documentali precise, con una data certa.

I controlli sulle somme versate sul conto corrente devono però essere effettuati entro il quinto anno successivo alla dichiarazione dei redditi presentata per quell’anno; in caso il cittadino in questione non avesse presentato la dichiarazione, pur essendo obbligato a farlo, il termine del controllo viene esteso fino al 31 dicembre del settimo anno successivo. In caso di controlli e di mancata dimostrazione della provenienza del denaro, il cittadino può essere costretto a pagare le tasse sulla cifra, e anche a dover affrontare una sanzione.

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