Ci sono cose che le mamme non dicono subito, ma che salvano. Una tazza dopo l’altra, con gesti piccoli e parole giuste, si trasmette un sapere silenzioso. Per affrontare il cambiamento, senza combatterlo. Solo accompagnandolo, con affetto
Succede così, quasi sempre. Che le cose importanti, quelle vere, non te le dicono subito. Aspettano. Restano lì, in un angolo, pronte a uscire solo quando serve davvero. Così ha fatto mia madre, con mia moglie. Le ha guardato quel giorno come solo una donna che ci è passata sa guardare un’altra. Con un misto di dolcezza e complicità che non si insegna.
Non c’era bisogno di dire la parola menopausa. Era nell’aria, dentro un gesto, una frase lasciata a metà : “Stanotte ho sudato come se avessi corso la maratona…”. Mamma si è alzata senza dire nulla. Dopo dieci minuti è tornata con una tazza fumante. Non era camomilla. Non era nemmeno un tè.
Non aveva dubbi. Quella tazza, ha detto, fa la differenza. La salvia è stata la sua ancora nei mesi in cui il corpo faceva come gli pareva: sudava, si accendeva all’improvviso, e poi crollava in uno stato di nervosismo ingiustificato.
“Non serve che ti impasticchi, almeno non all’inizio”, ha sussurrato. “Comincia da qui. Una foglia, due, in acqua bollente. Lascia cinque minuti. Bevi senza zucchero, magari tiepido, e non dire che non ti avevo avvisato”. Mia moglie ha fatto quella faccia un po’ scettica, ma ha bevuto. Non ha detto nulla. Ma il giorno dopo ha chiesto dove fosse finita quella pianta.
Che mia madre conosca anche il trifoglio rosso, onestamente non me lo aspettavo. Ma lei lo chiama “il tè che non ti fa più saltare come una molla”. Dice che le vampate sono come un improvviso incendio interno, e che quel fiore aiuta a spegnere senza strappi.
“Sono estrogeni naturali”, ha detto come se fosse laureata in fitoterapia. “Ti regola, ti calma. E ti fa anche dormire meglio, che non è cosa da poco”. L’ha detto con quella voce da mamma che non sta discutendo. Solo comunicando un segreto.
Perché il problema vero arriva la sera. Quando tutto si spegne ma tu no. Stai lì a rigirarti tra le lenzuola come un polpettone in padella. Ecco allora che arriva il trio delle meraviglie: tiglio, passiflora e melissa.
Mia madre giura che è stato questo a salvarla dall’esaurimento. Una tazza prima di dormire, rigorosamente senza zucchero, magari con un cucchiaino di miele alla lavanda se proprio si vuole essere romantici. “Ti rilassa senza stordirti. Ti fa sentire leggera. Non guarita, eh. Ma in pace col tuo corpo”. E alla fine è questo che conta.
Nessuna di queste tisane è una cura. Nessuna promette miracoli. Ma hanno un potere silenzioso: ti fanno sentire ascoltata, capita.
Nel gesto di prepararle c’è la delicatezza di chi ha capito che il corpo cambia, ma la testa può restare salda. Che non c’è nulla da combattere, solo qualcosa da attraversare Magari con una tazza calda in mano. E il consiglio di una donna che c’è già passata.
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